Cenni storici

Bagaladi conta 1.286 abitanti (Bagaladesi) e ha una superficie di 30,8 chilometri quadrati per una densità abitativa di 41,75 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 473 metri sopra il livello del mare.
Cenni anagrafici: Il comune di Bagaladi ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 1.437 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 1.286 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 - 2001 una variazione percentuale di abitanti pari al -10,51%. Gli abitanti sono distribuiti in 471 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 2,73 componenti.
Cenni geografici: Il territorio del comune risulta compreso tra i 350 e i 1.673 metri sul livello del mare. L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 1.323 metri.


...Ancora sulle falde dell’Aspromonte, versante ionico, e ancora per sentir parlare le rocce che perpetuano la storia della vecchia Calabria e dopo Pentedattilo, terra "dalle cinque dita", arriviamo a Bagaladi (473 mt. s.l.m.) dai poco più di milleseicento abitanti ed il più importante centro del comprensorio per via della sua storia. Vi perveniamo salendo da Melito Porto Salvo, percorrendo il torrente Tuccio e la sua vallata.

Circa le sue origini, Bagaladi risalirebbe al X secolo e ciò discende dalla presenza di monaci e piccoli monasteri basiliani quali quello di Sant’Angelo, di San Fantino, di San Giorgio e di Santa Caterina. Altri diplomi, del periodo normanno, confermano l’esistenza di possedimenti nella vallata del Tuccio sin dal 1095 e che successivamente furono donati all’Archimandrita del San Salvatore di Messina. Nel secolo XIII gli Angioini, poi, annoverano la valle Tuccio fra le sei signorie ecclesiastiche calabresi che diventerà feudo, quindi, compreso nella baronia di Guglielmo di Amendolea. Feudo che successivamente è passato agli Abenavoli e a Bernardino Martirano e quindi acquistato dai Mendoza che nel 1624 lo vendettero ai Ruffo di Scilla che lo tennero fino all’eversione napoleonica del 1806.

Il vecchio centro si poggia su una collina pedemontana del monte Sant’Angelo che è come una sorta di balconata su questo antico borgo. Incamminandoci tra i vicoli che come raggiera arrivano tutti alla piazza principale, incontriamo la chiesa parrocchiale di San Teodoro e della SS. Annunziata. La sua erezione risale al principio del XV secolo e, pare sia stata un regalo dello zelo di un tal Verduci, papas greco, il cui nome è perpetuato su un’epigrafe posta in alto al gruppo dell’Annunziata del quale diremo avanti. La nostra chiesa, come tantissime altre della regione, subì le vicende dei terremoti seicenteschi e soprattutto di quelli del 1783 e del 1908, quest’ultimo la distrusse per gran parte. Scrive G. Santagata, in Calabria Sacra, che "oggi la chiesa presenta la prospettiva dell’edificio con struttura architettonica ispirata ad un classicismo misurato e leggero di gusto settecentesco, ma con elementi che, accennano a tradizionali manifestazioni barocche." All’interno vediamo il cappellone, sovrastante l’altare, che custodisce il gruppo dell’Annunziata: sono quattro statue in marmo bianco carrarese. Scrive il critico Frangipane: " La data del 1504...è assai eloquente per l’identificazione, perché nei primi anni del sec. XVI, il centro più prossimo di produzione chiesastica, con impronta lombarda e toscana era Messina ed il maestro capace di un’opera così pregevole era Antonello Gaggini". Dello stesso avviso è A. Avena che lo scrive in Monumenti Italia Meridionale del 1902 e F. Russo che in Storia dell’Arcidiocesi di Reggio, scrive "... lo stile ci dice chiaramente che ci troviamo dinanzi ad un capolavoro di stile rinascimentale, la cui attribuzione ad Antonello Gaggini sembra più probabile quasi certa." Ancora nella stessa chiesa di Bagaladi, sono di rilievo artistico e storico le campane le cui origini risalgono all’erezione del vecchio sacro edificio. Secondo la tradizione le due campane sarebbero state rinvenute tra le rovine di una laura basiliana presente nel territorio della vallata del Tuccio.

E poi, tutt’attorno Bagaladi offre alla curiosità e allo studio antiche strutture agricole, vecchi frantoi, attrezzi da lavoro: tutti testimonianza di una vivacità rurale che ha bisogno di essere recuperata e salvaguardata.

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